di Valerie Green Solas

A forza di tenerla aperta siete riusciti dove nemmeno la più ottusa società primordiale poteva. E’ triste lasciatemelo dire, sopratutto per me che ho scelto di vivere in questo meraviglioso pianeta azzurro come avevano fatto prima di me i miei genitori. Scelsero la Terra dopo che i nostri avi la scoprirono, ricolma di animali e rigogliosa di una vegetazione ubertosa e lussureggiante. Pianeta che venne scelto per tentare di piantare il seme dell’amore cosmico, in un piccolo mammifero, un avo di quelli che oggi sono gli scimpanzé. Ebbene si fratelli miei, voi siete degli splendidi ibridi, in parte terrestri e in parte del mio popolo. Io provengo da quel quadrante che voi chiamate “costellazione del cigno”, da un sistema di 8 astri di una stella media bianca molto simile al vostro sole e dove il mio pianeta, il secondo, ospita la mia razza. Siamo thalosiani, dal nome del pianeta ovviamente, Thàlos, già sentito vero? Insomma noi e voi siamo simili per un 90 per cento, solo che voi siete schiavi, come lo era il mio popolo milioni di anni fa, ben felici di esserlo, almeno fino a tre anni fa quando i vostri aguzzini si sono visti costretti a mostrarsi in tutta la loro mostruosità.


Odissea psicologica

Per poter comprendere qualcosa da questo marasma, sarebbe necessario raccontarvi davvero cosa e come è nata la vostra razza. Sappiate che ciò che leggerete da qui in poi sarà molto complicato da digerire. E per iniziare tornerei all’alba della vostra era umana. Dopo che quel piccolo mammifero è stato ibridato dal cromosoma di noi thalosiani, i miei avi lasciarono la terra e continuarono l’esplorazione del cosmo, alla ricerca di altri siti dove poter far nascere e crescere nostri simili che come noi, fossero dotati di empatia e capacità analitiche superiori ma come in tutte le cose che esistono nel multiverso, se c’è luce, devono per forza esserci anche le tenebre, il bene e il male, anche se è difficile per voi comprendere la sottile barriera che separa l’uno dall’altro proprio perché alla partenza dei nostri antenati dal vostro pianeta, una razza predatrice, scese sul suolo terrestre, individuò il gruppo di animaletti ibridati e inocularono anche il LORO genoma. Ma come dicevo è davvero complicato spiegare cosa sia il male ed è davanti a voi da sempre, o meglio; siete proprio voi stessi quell’unicum così speciale da contenere noi e…loro.


Alieni, ma anche si

Prima di svelarvi qual’è questa razza predatrice, è bene che vi racconti il vostro limite che solo ora, in parte, state scoprendo ma che ancora non riuscite a decifrarlo. Il bene non sempre è ciò che sembra e anche se sembra banale, la storiella del passerotto caduto dal nido in pieno inverno, rende perfettamente lucido l’esempio. Come dicevo un piccolo passerotto tentando di prendere il volo, cade dal suo nido nel prato sottostante. Si gela e il piccolo volatile è sul punto di morire quando un gruppo di mucche stava per passare proprio da lì. Una di loro vide quel batuffolo di piume, si fermò, lo vide tremante e senza pensarci troppo gli defecò sopra sommergendolo dalla cacca che era calda e malgrado la puzza, il piccolo passerotto si riebbe ma proprio a pochi metri ad assistere a quella scena c’era un grosso gattone che dopo essersi assicurato che le vacche fossero lontane, scavò con la zampetta tutto attorno a quella grossa montagna di escrementi finché non raggiunse il piccolo volatile, lo prese, lo portò sotto una fontana lì vicino, lo lavò e poi se lo pappò di gusto. Che morale trarre da questa storiella? Be, anche se di morale dovremmo parlarne con dovizia di particolari, ciò che ne ricaviamo è che non sempre chi ti ricopre di escrementi lo fa per il nostro male e non sempre chi dalla merda ti salva lo fa per il nostro bene. E’ potrei continuare con la storia dello sciame di locuste che depreda un campo di mais devastandolo; guardandolo dalla parte del contadino è la cosa più orribile che possa capitargli. Lo priva del raccolto facendolo patire la fame per i mesi a venire. Ma le locuste mica lo sanno che procurano danno al signore che ha piantato il mais, anzi, per loro è istinto di sopravvivenza, perché se non mangiano il sorgo, moriranno. Quindi il male o il bene è soggettivo, dipende da quale parte si osserva e sopratutto dipende se sei il contadino o la locusta.


L’apocalisse

Il mio nome terrestre, Green Solas appunto, l’ho scelto perché è ciò che ho visto molto tempo fa poco prima di un’alba incantevole, dove ho scelto di risiedere. E’ una casa isolata in verità, di un villaggio irlandese e Green Solas in dialetto locale significa “luce verde”, proprio quella luce che vidi balenare in quella che voi chiamate Aurora. Qui credo anche di essere stata concepita dai miei genitori, anche loro ricercatori antropologi biodinamici che con mio fratello Chad hanno vissuto per quasi tutta la loro vita. Ricordo che mio padre diceva di voi terrestri che siete intelligenti ma selvaggi ed è stata proprio quella improvvida ibridazione che avete subito che vi ha segnato e vi segnerà come razza umanoide pericolosa e inaffidabile. Ovviamente non tutti siete così spaventosamente idioti, anzi, per assurdo ci sono evidenze di una amore nascente strabiliante, cosa che cozza con ciò che che siete. Quella parte di voi più bieca, oscura, sospettosa e maligna ( tutti in parte l’avete anche se tenuta sotto controllo ) è il DNA di una razza antica e pericolosa come i rettiliani. Ebbene si fratelli miei, in parte lo siete ma ricordate e tenete bene a mente ciò che ho spiegato prima, non tutto il male è male e via via il resto. Ora, proprio in questi mesi, vi è e vi sarà quello che voi chiamate “il canto del cigno”, ossia quel ultimo colpo di coda del potere che non vuole mollare la presa diventando pericoloso e sanguinario, però da ricercatrice e da guerriera so che nulla potranno contro ciò che si sta affacciando all’orizzonte, Il cambio di frequenze è in atto e continuerà mostrandosi sempre più forte, indebolendo i mostri fino a sconfiggerli definitivamente. Poi però ci sarà da ricostruire e qui molte menti e molte razze che osservano questi fatti una domanda piuttosto importante l’hanno formulata tempo fa e cioè ; siamo davvero sicuri che chi rimarrà potrà davvero vivere in armonia con l’universo? Oppure tra qualche migliaio di anni si riproporrà la stessa situazione di questi grami tempi? Già, cosa faranno poi i grandi saggi universali? Il titolo sopra credo sia esplicativo…

Valerie Green Solas

Fine prima parte


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